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televideo69
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Re: AGCom

Messaggio da televideo69 »

Canali 61-69: si pensa già alla gara.
(Millecanali)
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Si stringono i tempi per l’assegnazione alle Tlc dei canali 61-69, dopo le pressioni dell’Europa e la decisione del Governo di ricavarne fondi per esigenze di bilancio.
Ma c’è da domandarsi come avverrà tutto ciò e ai danni di chi…
«“È opportuno e necessario” che la gara per le frequenze del cosiddetto dividendo digitale esterno avvenga “entro il 2011″.
Lo ha dichiarato il presidente dell'Agcom, Corrado Calabrò, a margine di un'audizione alla commissione Affari costituzionali della Camera.
C'è fame di soldi da parte del ministero dell'Economia - ha aggiunto Calabrò - e grande bisogno di frequenze da parte degli operatori di tlc”, quindi “tutto converge a far ritenere che la gara si faccia entro il 2011, noi ci prepariamo per quello, poi vediamo”.
L'Agcom “avvierà la consultazione pubblica” anche per “tastare il terreno” sull'idea di mettere a gara “anche le frequenze non immediatamente disponibili e che ragionevolmente gli attuali detentori, le piccole Tv locali, prevedono di non utilizzare”.
Molte di queste emittenti, ha infatti rilevato, “occupano il video solo con il monoscopio e questo non è accettabile, perché le frequenze sono un bene prezioso e ce n'è grande bisogno.
Il mobile ha una crescita esponenziale, i giovani chiedono servizi e gli operatori li forniscono: poi c'é l'inclinazione tutta italiana di andare su Internet dal telefonino, piuttosto che dal telefono fisso e così nelle ore di punta si registrano disservizi sgradevoli
”».
Sia consentito a questo punto un piccolo commento.
Si capiscono le esigenze del Governo di ricavare subito fondi (e di rispettare le decisioni europee), si capisce come l'Autorità debba seguire a sua volta questa strada.
Ma si cozza contro alcune situazioni attuali: un'accelerazione così forte in presenza di uno switch-off (in corso) di vitale importanza, in cui c'è già carenza di frequenze e in cui i canali 61-69 sono a loro volta vitali perché ogni Tv locale abbia almeno una frequenza (mux) a disposizione almeno nella sua zona (ci sono, si sa, frequenze 'condivise' per diverse Tv in una regione come la Lombardia, per esempio), sembra perlomeno poco felice. Che cosa dovrà pensare chi fra le Tv locali (sempre loro, poi, mai una nazionale…) si vedrà assegnati quei canali ?
Che la sua vita sia a (breve) termine ?
Che è condannato a cessare l'attività, sia pure magari vendendo cara la pelle (indennizzi ecc.)?
Queste notizie non rasserenano certo l'ambiente nel corso di uno switch off e di una serie di switch off problematici come quelli del Nord Italia.
E che dire degli effetti sul piano delle frequenze che l'Autorità ha voluto caparbiamente fare uscire nei mesi scorsi ?
Non ci piace - francamente - neppure il luogo comune che le Tv locali lascino inutilizzati i mux (realtà da verificare e che comunque se accade, accade per una serie di problemi legati alla difficile situazione complessiva delle Tv locali, in molti casi), o (peggio) che mirino solo a lucrare sulle frequenze, magari rivendendole loro alle Tlc (altra tesi che si è sentita in questo periodo).
Il problema 61-69 è serio e non potrà essere affrontato con strappi di questo tenore ma deve essere oggetto di comune riflessione e anche di trattative, pensiamo, per trovare una strada 'possibile' e magari non così immediata.
E soprattutto le Tv locali non devono essere, ancora una volta, l'agnello sacrificale della situazione.
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http://www.millecanali.it/canali-61-69- ... 33,00.html

C'è anche la possibilità di inviare dei commenti
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televideo69
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Re: AGCom

Messaggio da televideo69 »

DTT. Romani: presto asta frequenze per banda larga mobile.
Incomprensibile però la strategia per destinare alle tlc i canali 61-69 UHF appena assegnati.

(NewsLine)
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Si è tenuto ieri a Roma il convegno Asstel (quella che è stata ribattezzata come la prima vera assise italiana degli operatori telefonici) che ha visto la partecipazione, oltre che dei player delle tlc, di esponenti del mondo industriale e confindustriale, della politica e dei sindacati.
All'incontro è intervenuto Paolo Romani, neo ministro allo Sviluppo Economico che, a proposito dell’imminente asta che assegnerà agli operatori telefonici le frequenze che si stima saranno lasciate libere dal passaggio al digitale dalle emittenti tv locali, ha posto al centro della discussione due punti chiave.
Il primo è che entro l’anno (quando – si confida – il 70% del Paese sarà già digitalizzato) si potrà disporre di tutti i termini dell’asta che, secondo Romani, dovrà essere il più alta possibile per consentire allo Stato di incassare una buona somma di denaro. “Non mi esprimo in cifre ma ricordo che la Germania, che comunque è un'altra realtà, ha incassato oltre quattro miliardi”. La stima ritenuta attendibile, di cui si è parlato insistentemente in questi giorni, è stata di 3 miliardi di euro. Ma, realisticamente parlando, secondo gli operatori, il "dividendo digitale” non porterà più di 2 miliardi.
Soldi che, seppur non completamente, verranno reinvestiti nel settore delle telecomunicazioni, come ha promesso Romani.
Le somme incassate, ha detto, "dovrebbero andare non solo a finanziare ciò che il governo può immaginare utile in altri campi, una parte infatti andrebbe reimpiegata proprio per il settore delle telecomunicazioni che è chiamato ad investire”.
L’idea, ovviamente, piace molto ai colossi delle tlc, che gongolano. In particolare, come ha ricordato il sito del Sole 24 Ore, il dividendo dovrà essere utilizzato per finanziare il progetto Next Generation Network, la rete fissa a banda ultralarga. Nel corso del convegno, sono intervenuti anche Corrado Calabrò, presidente dell’Agcom, ed Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria.
Il primo ha raccomandato che i fondi incassati dallo Stato vengano utilizzati per lo sviluppo della fibra ottica ("l’Italia sta peggio di alcuni Paesi dell’Africa sub-Sahariana”, ha detto), bacchettando poi il Ministero perché, se venisse offerto un incentivo alle tv locali per abbandonare le frequenze, queste lo farebbero in tempi più rapidi.
La Marcegaglia, invece, si è lasciata andare a grossi elogi per il settore, definito un "volano di sviluppo straordinario, un driver di crescita, innovazione e occupazione per il paese”, cui Confindustria darà grande risalto nella sua agenda economica.
Ma ha avvertito: bisognerà dare al settore delle regole chiare, per evitare che "sia caricato di ulteriori fardelli e costi che nulla c'entrano”.
Quel che però non è chiaro, è come la banda interessata, cioè i canali UHF da 61 a 69, assegnati in questi giorni tra mille difficoltà e polemiche alle emittenti locali nell'Area Tecnica 3 (Lombardia e Piemonte orientale), potranno andare all'asta, visto che una buona parte degli operatori televisivi potrebbe non essere interessata a mollare l'assegnazione appena conseguita anche a fronte di un corrispettivo economico rilevante.
Più probabile, quindi, che ad essere ricollocate sul mercato delle tlc saranno quelle frequenze (non necessariamente delle emittenti locali) che, assegnate ma non utilizzate nell'arco di un anno (sei mesi concessi dalla determina ministeriale per l'attivazione e sei mesi di tempo decorrenti dalla successiva diffida a provvedere da parte del MSE-Com) torneranno nella disponibilità dello Stato.
E se, alla fine, la soluzione (certamente meno traumatica, più economica e giuridicamente tutelabile) sarà questa, è bene che tutti i network provider abbiano ben chiaro il rischio che corrono: dal momento dell'assegnazione scatta il timer per la restituzione delle frequenze in caso di inutilizzo.
Operatore avvertito...
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Re: TLC ch61-69 - i mhz sul pc

Messaggio da televideo69 »

CANALI 61-69: LE POSIZIONI DEL COMITATO RADIO-TV LOCALI E DI AERANTI-CORALLO.(Millecanali)
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Continuano le prese di posizione sul tema, attualissimo della destinazione dei canali 61-69 alle tlc e non più alle Tv locali. Aeranti-Corallo avanza un sospetto pesante: “si vuol negare alle Tv locali di diffondere anche contenuti nazionali”.
«Ennesima gigantesca presa in giro governativa ! Tv locali: le frequenze appena assegnate andranno entro 6 mesi agli operatori di telecomunicazioni !
L'emendamento presentato dal Governo al DDL Stabilità non lascia dubbi: se servono frequenze per sviluppare la banda larga mobile si saccheggiano le emittenti locali, perché i grassi operatori nazionali, come sempre, sono intoccabili. Ormai il Governo Berlusconi è senza pudore: per soddisfare le richieste economiche di Tremonti espropria ai poveri !
Con incredibile arroganza il Governo Berlusconi ha deciso che oltre 600 Tv locali potranno essere indennizzate con 240 milioni di euro (10% dell'incasso atteso per l'asta dei canali 61-69 UHF), dando per scontato che gli editori sono solo interessati a monetizzare le frequenze.
Nella classica visione utilitaristica della società, a Berlusconi & C. non sfiora nemmeno il dubbio che qualcuno potrebbe voler continuare a fare Tv….
Quindi, reietti dell'etere italiano, non rimane che LANCIARE UN APPELLO all' Opposizione per FERMARE l'ennesima vergogna ad personam !».


Più articolata la posizione di Aeranti-Corallo, che comunque prospetta anche la possibilità di un 'fallimento' di tutta l'operazione 'canali 61-69 alle tlc':

«Venerdì 19 novembre sono stati approvati dalla Camera dei Deputati il ddl AC 3778 (c.d. “legge di stabilità 2011”, la ex “finanziaria”) e il ddl AC 3779 (legge di bilancio 2011-2013). I provvedimenti passano ora all'altro ramo del Parlamento, dove la discussione in Commissione Bilancio è prevista per mercoledì 24 novembre.
In particolare, il maxiemendamento del Governo contiene (oltre allo stanziamento per le misure di sostegno per le radio e le tv locali…), una norma finalizzata a “liberare” frequenze utilizzate dalle tv locali (canali da 21 a 69 Uhf e banda III) per le trasmissioni digitali terrestri, e quindi a procedere entro il dicembre 2012 ad un riposizionamento, sulle frequenze dismesse, delle tv locali operanti sui canali 61-69 Uhf che intendano continuare a svolgere la propria attività.
La dismissione delle frequenze dovrebbe avvenire a fronte di modesti indennizzi (10 per cento degli introiti della gara che il Governo intende indire per l'assegnazione dei canali 61-69 Uhf alla comunicazione mobile in larga banda, con un massimo di 240 milioni di euro) e a fronte di misure, da definirsi con successivi provvedimenti regolamentari, che potrebbero comportare la perdita delle frequenze in caso di uso non efficiente della capacità trasmissiva (attualmente la normativa si limita a prevedere l'obbligo di irradiare almeno tre programmi all'interno di ogni multiplex).
Il testo della norma approvata dalla Camera sembra inoltre preludere alla introduzione, in sede regolamentare, del divieto per le tv locali di veicolare contenuti a carattere nazionale (attività che, invece, è attualmente consentita dalla delibera 435/01/CONS della Agcom).
Tutto ciò è assolutamente inaccettabile in quanto è evidente che la finalità di tale norma è quella di ridurre, in modo rilevante, il numero delle Tv locali, con evidenti ripercussioni per il pluralismo del comparto.
È inoltre altrettanto evidente che i modesti importi ipotizzati per gli indennizzi (molto al di sotto dei valori commerciali delle imprese e in molti casi addirittura al di sotto degli investimenti operati per la transizione al digitale; tali indennizzi, peraltro, dopo la relativa riscossione, dovrebbero anche scontare le imposte di legge), non incentiveranno certamente le dismissioni.
Sulla base di tali modesti importi, è ipotizzabile che la norma in questione finisca per non avere alcun riscontro, come è accaduto 10 anni fa con l'articolo 3 comma 3 della legge 78/99 che, analogamente, aveva previsto indennizzi per le dismissioni delle Tv locali.
Né, d'altro canto, è pensabile una revoca d'ufficio da parte del Ministero dei diritti di uso dei canali 61-69 Uhf perché questo genererebbe sicuramente un ampio contenzioso avanti la magistratura con esiti difficilmente negativi per il settore televisivo locale.
La sfida del settore televisivo locale dovrà essere pertanto quella di sapersi posizionare adeguatamente nel mercato televisivo digitale, attraverso offerte di programmi dedicati, in particolare, al territorio e attraverso offerte di capacità trasmissiva aggregata per la diffusione di contenuti anche su ampie aree. In questo modo, le Tv locali riusciranno a riaffermare il proprio ruolo anche nei nascenti scenari digitali, vanificando la strategia di ridimensionamento del comparto avviata con la con la suddetta norma
».
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