Info e news generiche sul DAB/DAB+/DMB
Inviato: 18/07/2022, 20:24
Fonte: https://www.newslinet.com/radio-eduardo ... mpromessi/
Radio. Eduardo Montefusco (RDS): se Italia svendesse FM avremmo ottimo accordo adriatico, ma senza più Radio. DAB subito senza compromessi
Eduardo Montefusco (RDS): se l’Italia svendesse frequenze FM – in uso da quasi cinquanta anni – ai paesi ex Jugoslavia, allora avremmo immediatamente un ottimo accordo, ma non avremmo più la Radio. Non c’è altro tempo.
Se esistessero pressioni sull’Autorità per ritardare ulteriormente l’emanazione del Piano, sarebbe molto grave. Il coordinamento delle frequenze FM non era e non può essere oggetto di negoziato a quel tavolo. Chi vuole unire indissolubilmente questi due importanti aspetti compie un grave errore. Il Piano Ginevra 84 per le frequenze FM non è mai stato ratificato, era sbagliato e inapplicabile. Lo ha detto a suo tempo il governo e lo abbiamo ripetuto per decenni.
Qualsiasi piano FM sconvolgerebbe il mercato radiofonico, che com’è noto, non vive una stagione d’oro. Salterebbero centinaia di aziende. Se è questo ciò che si vuole lo si dica senza infingimenti. Anche noi lamentiamo interferenze e l’utilizzo improprio di potenze e impianti inutili.
Posso capire che a qualcuno non è piaciuta la versione finale del TUSMAR ed avrebbe preferito la prima versione che poteva spazzar via la radio italiana senza rendere conto a nessuno.
Il punto di vista di Eduardo Montefusco (RDS)
Dopo quello di Paolo Salvaderi (Radiomediaset), ospitiamo un altro intervento di spessore sulle vicende che in questi giorni (come 12 mesi fa) hanno elevato le tensioni nella radiofonia.
NL ha infatto raccolto un’intervista con il presidente della rete nazionale RDS Eduardo Montefusco sull’argomento incandescente delle misure limitative verso le emissioni FM sull’area adriatica che potrebbero essere assunte dal Ministero dello sviluppo economico in coincidenza con la pubblicazione del Piano DAB da parte di Agcom.
Il tempo delle attese è finito. La Radio merita di entrare nel digitale terrestre
(NL) – Si parla in queste ore di resistenze verso l’atteso Piano DAB…
(Eduardo Montefusco) – Il tempo delle attese, delle riflessioni è finito. La Radio merita finalmente di entrare a pieno titolo nel digitale. Ovviamente quello terrestre. Abbiamo dovuto attendere per oltre venti anni che si liberasse la banda VHF, usata senza limiti dai servizi televisivi ed in particolare dalla Rai, per poter disporre del piano nazionale delle frequenze per il servizio DAB. Attendiamo fiduciosi la delibera dell’Agcom. Nella consultazione abbiamo avuto modo di verificare, approfondire i contenuti del piano che ha ricevuto la nostra approvazione.
Se l’Italia svendesse le frequenze FM in uso da quasi cinquanta anni ai paesi ex Jugoslavia, allora avremmo immediatamente un ottimo accordo, ma non avremmo più la Radio
Si può fare sempre meglio, ma in questo momento e nella circostanza in cui ci troviamo la proposta presentata è la migliore possibile. Del resto il famoso tavolo adriatico è in stallo da oltre un anno e non vediamo alcun segnale positivo all’orizzonte. Se l’Italia svendesse le frequenze FM in uso da quasi cinquanta anni ai paesi ex Jugoslavia, allora avremmo immediatamente un ottimo accordo, ma non avremmo più la Radio. Quindi ripeto non c’è altro tempo. Se, come avete pubblicato, esistessero pressioni sull’Autorità per ritardare ulteriormente l’emanazione del Piano, sarebbe molto grave. Agcom è totalmente indipendente, non posso credere che accetterebbe mai interferenze.
Plauso ad Agcom
(NL) – Sembra che Agcom abbia tirato fuori il coniglio dal cappello: un Piano DAB che potrebbe soddisfare tutti. Anche sull’adriatico, dove l’assenza di un accordo sembrava bloccare tutto.
(Eduardo Montefusco) – Abbiamo totale fiducia nell’azione di Agcom. In questo frangente ha dimostrato grande sensibilità verso il settore radiofonico, ha operato con totale trasparenza e con elevatissima professionalità tecnica, superando ostacoli che per altri sembravano insormontabili.
Piano temporaneo ma soddisfacente
Il Piano è stato definito “temporaneo” per evidenti motivi in relazione ai futuri eventuali accordi con i paesi adriatici. In ogni caso, per quanto abbiamo appreso, è un piano che può soddisfare tutte le esigenze e dare piena stabilità al settore sviluppando definitivamente il DAB. Dobbiamo ringraziare l’Autorità per aver avuto la forza e l’indipendenza necessaria per assolvere a questo obbligo.
Pretese estere inaccettabili
(NL) – Ciò significa che non siamo più sotto scacco dei paesi esteri che pretendevano il sacrificio della nostra FM?
(Eduardo Montefusco) – Certamente. Del resto dopo oltre tre anni di trattative per le frequenze VHF non c’erano più le condizioni. Le pretese di alcuni paesi erano e sono inaccettabili per l’Italia. Se qualcuno pensa diversamente significa che non ha compreso il valore e il servizio – ricordiamo servizio pubblico – che svolge la Radio pubblica e privata del nostro paese.
Il coordinamento delle frequenze FM non era e non può essere oggetto di negoziato a quel tavolo
Chi vuole unire indissolubilmente questi due importanti aspetti compie un grave errore. Direi non comprende la nostra storia e la nostra realtà. Il Piano Ginevra 84 per le frequenze FM non è mai stato ratificato, era sbagliato e inapplicabile. Lo ha detto a suo tempo il governo, lo abbiamo ripetuto per decenni. Con piena acquiescenza di tutti i governi e istituzioni che hanno operato nelle comunicazioni in questi lunghi quaranta anni.
Chirurgia FM o ricostruzione integrale?
(NL) – Nel TUSMAR ci sono però chiari riferimenti alle problematiche interferenziali FM. Come sarà gestita la questione? Interventi mirati o Piano FM?
(Eduardo Montefusco) – Non c’è al momento una risposta. Il nuovo TUSMAR a fatica ha trovato nel testo finale un compromesso con un specifica gradualità di iniziative. Un percorso lungo e difficile legato all’evoluzione del mercato della radio DAB. Non si possono stravolgere i tempi e le regole.
Qualsiasi piano FM sconvolgerebbe il mercato radiofonico che com’è noto non vive una stagione d’oro. Salterebbero centinaia di aziende. Se è questo ciò che si vuole lo si dica senza infingimenti
Posso solo ricordare che qualsiasi piano FM sconvolgerebbe il mercato radiofonico che com’è noto non vive una stagione d’oro. Salterebbero centinaia di aziende. Se è questo ciò che si vuole lo si dica senza infingimenti.
Anche noi lamentiamo interferenze e l’utilizzo improprio di potenze e impianti inutili
(NL) – Dall’altra parte dell’Adriatico ci accusano di avere troppi impianti FM…
(Eduardo Montefusco) – Per formulare accuse servono prove e non solo enunciazioni. Anche noi lamentiamo interferenze e l’utilizzo improprio di potenze e impianti inutili. Lo ripeto: il Piano Ginevra 84 non è applicabile, oltretutto è frutto di un’altra epoca politica e geografica.
Posso capire che a qualcuno non è piaciuta la versione finale del TUSMAR ed avrebbe preferito la prima versione che poteva spazzar via la radio italiana senza rendere conto a nessuno
(NL) – Quindi che si fa? Si lascia tutto così com’è?
(Eduardo Montefusco) – L’articolo 50 del TUSMAR è chiaro. Posso capire che a qualcuno non è piaciuta la versione finale ed avrebbe preferito la prima versione che poteva spazzar via la radio italiana senza rendere conto a nessuno. Adesso è in vigore il testo approvato e quello va osservato da parte di tutti, anche nostra ovviamente. Non ci sono scorciatoie. La sequenza degli adempimenti è chiara e va rispettata a partire dall’immediata approvazione del piano DAB. Poi seguiremo ogni evoluzione sicuri della vigilanza di Agcom.
Sono un sostenitore del DAB da alcuni decenni, ben prima di chi oggi propone lo switch off
(NL) – Se poi è vero che nel 2025 il DAB avrà superato la FM, forse del Piano FM non vi sarebbe nemmeno più bisogno?
(Eduardo Montefusco) – Voglio essere diretto e chiaro. Sono un sostenitore del DAB da alcuni decenni, ben prima di chi oggi propone lo switch off. Il DAB si sta sviluppando con grande successo. E’ una tecnologia meravigliosa che poteva trovare ancora più spazio se fosse stata pianificata secondo le disposizioni della lontana legge del 2001. Si ho detto bene del 2001. Oggi l’estensione dei servizi è inarrestabile anche se legato al mercato dell’auto. Tutti noi sappiano della sua fase critica.
Parlare di date e di superamenti è un gioco di simulazione poco reale, direi fuorviante
Per rispondere alla domanda, vedremo quando sarà quel giorno, lavoriamo intensamente. Intanto siamo soddisfatti dei risultati raggiunti sia per la copertura sia per la diffusione dei ricevitori che hanno superato i dieci milioni di esemplari.
Radio. Eduardo Montefusco (RDS): se Italia svendesse FM avremmo ottimo accordo adriatico, ma senza più Radio. DAB subito senza compromessi
Eduardo Montefusco (RDS): se l’Italia svendesse frequenze FM – in uso da quasi cinquanta anni – ai paesi ex Jugoslavia, allora avremmo immediatamente un ottimo accordo, ma non avremmo più la Radio. Non c’è altro tempo.
Se esistessero pressioni sull’Autorità per ritardare ulteriormente l’emanazione del Piano, sarebbe molto grave. Il coordinamento delle frequenze FM non era e non può essere oggetto di negoziato a quel tavolo. Chi vuole unire indissolubilmente questi due importanti aspetti compie un grave errore. Il Piano Ginevra 84 per le frequenze FM non è mai stato ratificato, era sbagliato e inapplicabile. Lo ha detto a suo tempo il governo e lo abbiamo ripetuto per decenni.
Qualsiasi piano FM sconvolgerebbe il mercato radiofonico, che com’è noto, non vive una stagione d’oro. Salterebbero centinaia di aziende. Se è questo ciò che si vuole lo si dica senza infingimenti. Anche noi lamentiamo interferenze e l’utilizzo improprio di potenze e impianti inutili.
Posso capire che a qualcuno non è piaciuta la versione finale del TUSMAR ed avrebbe preferito la prima versione che poteva spazzar via la radio italiana senza rendere conto a nessuno.
Il punto di vista di Eduardo Montefusco (RDS)
Dopo quello di Paolo Salvaderi (Radiomediaset), ospitiamo un altro intervento di spessore sulle vicende che in questi giorni (come 12 mesi fa) hanno elevato le tensioni nella radiofonia.
NL ha infatto raccolto un’intervista con il presidente della rete nazionale RDS Eduardo Montefusco sull’argomento incandescente delle misure limitative verso le emissioni FM sull’area adriatica che potrebbero essere assunte dal Ministero dello sviluppo economico in coincidenza con la pubblicazione del Piano DAB da parte di Agcom.
Il tempo delle attese è finito. La Radio merita di entrare nel digitale terrestre
(NL) – Si parla in queste ore di resistenze verso l’atteso Piano DAB…
(Eduardo Montefusco) – Il tempo delle attese, delle riflessioni è finito. La Radio merita finalmente di entrare a pieno titolo nel digitale. Ovviamente quello terrestre. Abbiamo dovuto attendere per oltre venti anni che si liberasse la banda VHF, usata senza limiti dai servizi televisivi ed in particolare dalla Rai, per poter disporre del piano nazionale delle frequenze per il servizio DAB. Attendiamo fiduciosi la delibera dell’Agcom. Nella consultazione abbiamo avuto modo di verificare, approfondire i contenuti del piano che ha ricevuto la nostra approvazione.
Se l’Italia svendesse le frequenze FM in uso da quasi cinquanta anni ai paesi ex Jugoslavia, allora avremmo immediatamente un ottimo accordo, ma non avremmo più la Radio
Si può fare sempre meglio, ma in questo momento e nella circostanza in cui ci troviamo la proposta presentata è la migliore possibile. Del resto il famoso tavolo adriatico è in stallo da oltre un anno e non vediamo alcun segnale positivo all’orizzonte. Se l’Italia svendesse le frequenze FM in uso da quasi cinquanta anni ai paesi ex Jugoslavia, allora avremmo immediatamente un ottimo accordo, ma non avremmo più la Radio. Quindi ripeto non c’è altro tempo. Se, come avete pubblicato, esistessero pressioni sull’Autorità per ritardare ulteriormente l’emanazione del Piano, sarebbe molto grave. Agcom è totalmente indipendente, non posso credere che accetterebbe mai interferenze.
Plauso ad Agcom
(NL) – Sembra che Agcom abbia tirato fuori il coniglio dal cappello: un Piano DAB che potrebbe soddisfare tutti. Anche sull’adriatico, dove l’assenza di un accordo sembrava bloccare tutto.
(Eduardo Montefusco) – Abbiamo totale fiducia nell’azione di Agcom. In questo frangente ha dimostrato grande sensibilità verso il settore radiofonico, ha operato con totale trasparenza e con elevatissima professionalità tecnica, superando ostacoli che per altri sembravano insormontabili.
Piano temporaneo ma soddisfacente
Il Piano è stato definito “temporaneo” per evidenti motivi in relazione ai futuri eventuali accordi con i paesi adriatici. In ogni caso, per quanto abbiamo appreso, è un piano che può soddisfare tutte le esigenze e dare piena stabilità al settore sviluppando definitivamente il DAB. Dobbiamo ringraziare l’Autorità per aver avuto la forza e l’indipendenza necessaria per assolvere a questo obbligo.
Pretese estere inaccettabili
(NL) – Ciò significa che non siamo più sotto scacco dei paesi esteri che pretendevano il sacrificio della nostra FM?
(Eduardo Montefusco) – Certamente. Del resto dopo oltre tre anni di trattative per le frequenze VHF non c’erano più le condizioni. Le pretese di alcuni paesi erano e sono inaccettabili per l’Italia. Se qualcuno pensa diversamente significa che non ha compreso il valore e il servizio – ricordiamo servizio pubblico – che svolge la Radio pubblica e privata del nostro paese.
Il coordinamento delle frequenze FM non era e non può essere oggetto di negoziato a quel tavolo
Chi vuole unire indissolubilmente questi due importanti aspetti compie un grave errore. Direi non comprende la nostra storia e la nostra realtà. Il Piano Ginevra 84 per le frequenze FM non è mai stato ratificato, era sbagliato e inapplicabile. Lo ha detto a suo tempo il governo, lo abbiamo ripetuto per decenni. Con piena acquiescenza di tutti i governi e istituzioni che hanno operato nelle comunicazioni in questi lunghi quaranta anni.
Chirurgia FM o ricostruzione integrale?
(NL) – Nel TUSMAR ci sono però chiari riferimenti alle problematiche interferenziali FM. Come sarà gestita la questione? Interventi mirati o Piano FM?
(Eduardo Montefusco) – Non c’è al momento una risposta. Il nuovo TUSMAR a fatica ha trovato nel testo finale un compromesso con un specifica gradualità di iniziative. Un percorso lungo e difficile legato all’evoluzione del mercato della radio DAB. Non si possono stravolgere i tempi e le regole.
Qualsiasi piano FM sconvolgerebbe il mercato radiofonico che com’è noto non vive una stagione d’oro. Salterebbero centinaia di aziende. Se è questo ciò che si vuole lo si dica senza infingimenti
Posso solo ricordare che qualsiasi piano FM sconvolgerebbe il mercato radiofonico che com’è noto non vive una stagione d’oro. Salterebbero centinaia di aziende. Se è questo ciò che si vuole lo si dica senza infingimenti.
Anche noi lamentiamo interferenze e l’utilizzo improprio di potenze e impianti inutili
(NL) – Dall’altra parte dell’Adriatico ci accusano di avere troppi impianti FM…
(Eduardo Montefusco) – Per formulare accuse servono prove e non solo enunciazioni. Anche noi lamentiamo interferenze e l’utilizzo improprio di potenze e impianti inutili. Lo ripeto: il Piano Ginevra 84 non è applicabile, oltretutto è frutto di un’altra epoca politica e geografica.
Posso capire che a qualcuno non è piaciuta la versione finale del TUSMAR ed avrebbe preferito la prima versione che poteva spazzar via la radio italiana senza rendere conto a nessuno
(NL) – Quindi che si fa? Si lascia tutto così com’è?
(Eduardo Montefusco) – L’articolo 50 del TUSMAR è chiaro. Posso capire che a qualcuno non è piaciuta la versione finale ed avrebbe preferito la prima versione che poteva spazzar via la radio italiana senza rendere conto a nessuno. Adesso è in vigore il testo approvato e quello va osservato da parte di tutti, anche nostra ovviamente. Non ci sono scorciatoie. La sequenza degli adempimenti è chiara e va rispettata a partire dall’immediata approvazione del piano DAB. Poi seguiremo ogni evoluzione sicuri della vigilanza di Agcom.
Sono un sostenitore del DAB da alcuni decenni, ben prima di chi oggi propone lo switch off
(NL) – Se poi è vero che nel 2025 il DAB avrà superato la FM, forse del Piano FM non vi sarebbe nemmeno più bisogno?
(Eduardo Montefusco) – Voglio essere diretto e chiaro. Sono un sostenitore del DAB da alcuni decenni, ben prima di chi oggi propone lo switch off. Il DAB si sta sviluppando con grande successo. E’ una tecnologia meravigliosa che poteva trovare ancora più spazio se fosse stata pianificata secondo le disposizioni della lontana legge del 2001. Si ho detto bene del 2001. Oggi l’estensione dei servizi è inarrestabile anche se legato al mercato dell’auto. Tutti noi sappiano della sua fase critica.
Parlare di date e di superamenti è un gioco di simulazione poco reale, direi fuorviante
Per rispondere alla domanda, vedremo quando sarà quel giorno, lavoriamo intensamente. Intanto siamo soddisfatti dei risultati raggiunti sia per la copertura sia per la diffusione dei ricevitori che hanno superato i dieci milioni di esemplari.